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Biografia

Nato a Firenze il 12 aprile 1927, Renato Raddi svolse l'attività artistica di una intera vita realizzando ritratti e soggetti dotati del fascino e amore per la libertà che gli erano propri.

 

Stabilitosi in Maremma attorno agli anni '70, predilesse per questo temi legati alla tradizione dei butteri, che ne accendevano la fantasìa e la natura impetuosa.

 

Ma la sua pittura divenne presto mezzo di denuncia del degrado ambientale ad opera dell'Uomo, come ci raccontano le creature di un tempo trasformate, dal suo sogno di poeta, in personalissimi Centauri... connubio di intelligenza, vigore ed armonia dell'Universo.

 

Stupefacenti sono queste opere, i cui elementi danzano, fluttuano, si muovono, richiamando alla creazione o alla fuga, in uso sapientissimo di disegno e colore.

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Incontri d'artista:

Annarosa Del Corona

"Molte stagioni Renato Raddi ha consumato nel suo dettato onirico, in un disegno di bellezza e di libertà, attratto da una forza ancestrale o per sua necessità di attingimento alle fonti arcaiche. Il monotipo da lui acclamato ed acclamante è il centauro, modello di perfezione, connubio dell'intelligenza umana con la forza vigorosa del cavallo.

 

Renato Raddi in passato sognava le sue creature in cieli profondi senza ora nè tempo, in un accordo di pacifica convivenza, collocandole fra acque e terre, esodi e galoppi sfrenati, non trascurando l'origine, la matrice, nel suo abbraccio fetale offerente all'amore. Ora, dell'avvertimento si fa carico Raddi, attratto dalla catastrofe, dalla sovversione di certi beni; urla il male che incombe sul nostro tempo; in mancanza di ravvedimento tutto si tradurrà in morte. Ma mentre attende Raddi al sacrificio delle sue creature, altre troveranno scampo nella luminosità del volo.

 

In parvo è il seme del frumento che sacrificandosi ridona vita a nuove messi.".

                                                                                     

                                                                      

                                

 

 

 

(Annarosa Del Corona, La Nazione)

Annarosa Del Corona, 1993

Sirena morente (Mermaid's death)

Vittorio Bottino

"Renato Raddi, toscano, ha imparato nella sua terra ad amare i cavalli, a comprenderli, a renderli partecipi di un mito che si perpetua nei tempi; ha visto e sentito l'anelito di libertà di questi nobili animali incidendo nei quadri attimi di un galoppo, con la tensione che porta ad un vicino traguardo. I cavalli di Raddi vanno verso il sole a cercare nuove strade senza gioghi, portando con loro figure irreali o soltanto il rumore del vento...".

Vittorio Bottino, 1978

70 x 100 acrilico su tela 1991 - Opera andata distrutta

Fenenna Bartolommei

"Tecnica accurata, senso realistico, talvolta una vera forza espressiva: vedi cavalli, autoritratto... in cui il tocco impressionistico che vi balugina qua e là non altera l'aspetto fisico ben definito. Cavalli dai fianchi possenti in fuga davanti a un incendio; cavalli che balzano oltre le rovine, oltre l'arido suolo che li affama, in cerca di pascoli verdi. Vivaci ballerinette trinate in omaggio al pittore Degas e visioni sottilmente tonali chiuse in un pacato intimismo. In tutto e su tutto una coerenza che è filo conduttore, che fa subito riconoscere la tecnica e la cromìa del pittore. Raddi attorno al vero crea un suo clima, una sua atmosfera, una sua luce; soprattutto una sua luce che gioca in ogni opera in un continuo alternarsi di chiari e di scuri, che rende vivi e palpitanti i volti, anima le membra, dà significato ad ogni minimo particolare caricando cose e figure di altri significati senza scomporre la validità e solidità del segno grafico. Una affettuosa partecipazione e il sentimento guidano la mano del pittore, danno calore alle forme patinandole di un lievissimo apporto romantico.".

 

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(Fenenna Bartolommei, La Nazione)

Fenenna Bartolommei, 1974

100 x 120 olio su tela 1995
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